this is the blog of www.miamilan.com


made this compilation about the maestro, inspiration for all the musicians, Oasis included. 
Especially spaghetti western films by Sergio Leone, but not only. Hundreds of movie soundtracks, absolute legend. 

1. The good, the bad, the ugly (in Vilnius, Lietuva) - on Oasis first album artwork, Definitely Maybe 

2. A fistful of dynamite, "Sean Sean" (in Warszawa, Polska) 

3. For a few dollars more (with organ) - final duel 

4. an extra: Bach fugue (organ) played by my father in a church (old recording, low quality). He taught me how to play that instrument, you feel as if you control the church, it's amazing 

5. Abolição, with organ (live in Milano, Italy, piazza Duomo - it was raining, rain and tears on our faces during the concert, it was very emotional). I've seen some concerts by the genius, also on the front row (go to one, before it's too late :) - 22 August @ Arena in Verona), you know, he's old but still feeling young) and we also met him

6. The untouchables (in Milan, as many other songs below)

7. another extra by my father (by organ), very old recording, there is even me child crying :)

8. Nuovo cinema paradiso

9. Nuovo cinema paradiso - love theme

10. Metti una sera a cena - One night at dinner

11. Once upon a time in the West

12. Once upon a time in America - Deborah's theme

13. Once upon a time in America - Poverty

14. Once upon a time in America

15. The Mission - Gabriel's oboe

16. The mission

17. For a few dollars more - theme

18. Once upon a time in the West - man with a harmonica (R.I.P. Franco De Gemini, he died a few days ago)

19. Malena - love theme

20. For a few dollars more - goodbye colonel

21. The legend of (1900) the pianist on the ocean

22. A fistful of dollars - theme

23. A fistful of dollars - titles

24. Investigation of a citizen above suspicion (in Venezia, piazza Saint Marco square)

25. The good the bad the ugly - Ecstasy of gold (intro of Days are forgotten by Kasabian in Milan)

26. The mission - In Earth as in Heaven



in Milano @ Colonne di San Lorenzo, where I was born, historic centre. My father played the organ in the church there, a strange one, circular (see Morricone post). Every 10 August (Saint Lawrence day) there is a concert. You know, in those days there are also the falling stars.



by Italian Lovelysally fashion


  1. Milano (Alex Britti) 
  2. Dedicato a te (Giulia) - dedicated to you (Le Vibrazioni [from Milan] - video in Milan, Navigli 
  3. Un romantico a Milano - A romantic in Milan (Baustelle) - video in Milan 
  4. Tu mi ricordi Milano * - You remind me of Milan (Ornella Vanoni [from Milan] 
  5. O mia bella Madunina ** - Oh my beautiful Lady (Milano anthem) (Giovanni D'Anzi [from Milan] - in Milanese dialect language 
  6. Una ragazza in due - A girl for two (I Giganti - the Giants [from Milan] 
  7. Tu sei tutta la mia vita - You are all my life (inno AC Milan anthem, best team in history) 
  8. Milano (Lucio Dalla) (the magic city of moda and mystery)
  9. Il ragazzo della via Gluck - The boy from Gluck street (Adriano Celentano [from Milan]
  10. Cinque minuti e poi - Five minutes and then (Maurizio [from Milan] - about airports ;)
  11. Innamorati a Milano *** - In love in Milan (Ornella Vanoni [from Milan]
  12. Lassa pür ch'el mund el disa **** - Let the world talk (Giovanni D'Anzi [from Milan] - in Milanese dialect
  13. Porta Romana (a square) (Giorgio Gaber [from Milan]
  14. Ci vuole orecchio - It takes "ear" (Enzo Jannacci [from Milan]

* You remind me of Milan, summary, literal translation:
"...Milan strange face... people leaving and arriving everyday... you're similar to these Navigli channels dressed with fog... your old city streets, your shyness, I walk them around... then coming back around Milan centre I'll feel inside me your tenderness... behind your eyes: windows always filtering some poetry... you're as the heat of a breath stopping beside you when it's cold... I wanna take in my hand the great Milan and your freedom... now I turn off the lights of this city... I love you (ti amo)... I come back home with you... Milan (Milano)... home with you... I love you (ti amo)... home with you..."

** Milan hymn in Milanese dialect funny language, a "must", very popular song, short version :
"oh mia bela Madunina, che te brìlet de luntàn, tüta d'ora e picinina, tì te dòminet Milàn, sota a tì se viv la vida, se stà mai cui màn in màn, cànten tücc luntàn de Napoli se mör, ma poi vègnen chì a Milàn! (terùn! :) ... sì, vegnì sensa paüra, nüm ve slungaremm la maan, tüt el mund a l'è paes, e s'emm d'accòrd, ma Milàn, l'è un gran Milàn!"
"oh my beautiful Lady (Our Lady statue, symbol of Milan), you shine from far, all of gold and tiny, you dominate Milan, under you we live our lives, always having something to do, they sing "far from Naples you die", but then everybody is coming to Milan... yes, come here with no fear, we'll give you a hand, all the world is the same, but Milan, it's a great Milan!"

*** In love in Milan:
"if you only knew how it's 'different' (strange) to be in love in Milan... and to date in Milan... but, in this 'impossible' place, you told me you love me, I told you I love you..."
song by Memo Remigi, in 1974 he published a compilation of songs about Milan titled "Emme come Milano"- M as Milan, and this was the song of TeleMilano58 channel by Berlusconi, then becoming the famous Canale 5

**** Let the world talk, but Milan is a great Milan - 'cause many people are jealous of Milan. Popular song in Milanese language, featuring "panetùn" panettone and "Gürgünzöla" Gorgonzola cheese (Liam Gallagher's favourite)

To the email readers : another article added to the previous post

against the communist mayor

A mandare su tutte le furie uno dei due fondatori dello storico marchio Dolce&Gabbana sono state le frasi dell’assessore comunale alle Attività produttive, Franco D’Alfonso, riportate dal Giornale. "Qualora stilisti come Dolce e Gabbana dovessero avanzare richieste per spazi comunali, il Comune dovrebbe chiudere le porte, la moda è un’eccellenza nel mondo ma non abbiamo bisogno di farci rappresentare da evasori fiscali", ha dichiarato D'Alfonso.
Che poi ha rettificato [ma questi "rettificano" sempre? classico sbianchetto sinistro], spiegando che la sua era una frase "non contenuta in un’intervista ma estrapolata da una conversazione informale che non esprimeva certo l’opinione dell’Amministrazione. Da parte mia c’è l’assoluto rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza fino ad una sentenza definitiva. Auspico quindi che nel procedimento in corso Dolce e Gabbana chiariscano la loro posizione".
"Non è la prima volta che D’Alfonso parla a vanvera", ha dichiarato (il mitico) De Corato, ricordando "la trovata del gelato vietato dopo mezzanotte che mise in imbarazzo tutta la Giunta".

Dolce & Gabbana chiudono per 3 giorni le boutique di Milano (9 negozi), per protestare contro la miopia del Comune.
La querelle con la giunta Pisapia sfocia infatti in un caso che coinvolge mondo della moda e della politica. L'assessore al Commercio Franco D'Alfonso annuncia di non voler concedere né Duomo né Castello Sforzesco ai due stilisti per le loro sfilate di settembre, collezione donna. In realtà le passerelle non sono mai state richieste ufficialmente. Ciò che fa infuriare la maison (e non solo) è la motivazione del no. Di fatto l'assessore di Pisapia si inventa quella che sarà la sentenza dei giudici della Corte d'Appello e si dimentica che i gradi di giudizio in Italia sono tre. Si mette in tasca la condanna a un anno e 8 mesi emessa in primo grado, e inchioda sulla graticola i due principi del Made in Italy. Solo dopo, assalito da parecchi compagni del suo partito e dall'opposizione di centrodestra, D'Alfonso smussa i toni. E bla bla bla.
Un «pentimento» che arriva troppo tardi, quando ormai il popolo del web è già insorto contro il Comune di Milano: «Gettate fango sulle poche attività che funzionano», «Affossate il made in Italy». Ma la politica arancione non ci sente e rincara la dose. Il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo (Sinistra per Pisapia) se ne esce chiedendo, per la seconda volta, di revocare l'Ambrogino d'oro a Dolce & Gabbana. I due stilisti ottennero l'Oscar milanese nel 2009, quando la giunta di Letizia Moratti li volle premiare per il loro contributo a valorizzare l'immagine di Milano nel mondo.
Al doppio affronto della politica, Domenico Dolce e Stefano Gabbana rispondono con le serrande abbassate. E immaginare il centro di Milano senza le loro boutique vorrebbe dire ridurre introiti e turisti, vip e affari. Non solo. Gabbana lancia in rete un tweet di fuoco: «Comune, vergogna, fate schifo e pietà». A fargli eco è un'infinità di commenti sul social network: sono fans, politici, economisti, stilisti minori, tutti in difesa del marchio. Tutti scandalizzati dalla politica che fa le veci della giustizia. Pisapia, imbarazzato, cerca di fare da paciere: «La battuta dell'assessore è stata improvvida ma la reazione di Gabbana ingenerosa». Al deputato del Pdl Daniela Santanché non basta: «Pisapia chieda scusa ai due stilisti cui l'Italia intera deve molto e la smetta di trattare Milano come un soviet». L'assessore D'Alfonso «stavolta l'ha sparata grossa - insorge il vice del Consiglio comunale De Corato - offendendo un marchio tra i più prestigiosi, bandiera di Milano nel mondo. Dovrebbe piuttosto promuovere la moda, non denigrarla». Marco Osnato, capogruppo di Fratelli d'Italia, chiede lo stesso metro di misura «per le situazioni di illegalità, anche fiscali, di tanti edifici pubblici occupati abusivamente da centri pseudosociali».

La capitale morale diventata moralista

La ditta Dolce & Gabbana è stata di parola e ha iniziato la serrata, tre giorni di chiusura dei propri negozi milanesi per protestare contro una bischerata uscita di bocca a un assessore del capoluogo lombardo, Franco D'Alfonso: «Non bisogna concedere gli spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per evasione fiscale».
Impossibile non stare dalla parte dell'azienda, come d'altronde il nostro eccellente Camillo Langone ha scritto ieri sul Giornale. Per vari e validi motivi.
Uno. La condanna in primo grado non significa niente. Bisogna aspettare la sentenza finale della Cassazione per poter dire se uno o più imputati siano colpevoli. Strano Paese, il nostro, dove tutti si proclamano adoratori della Costituzione, ma nessuno (o pochi) ne rispetta la lettera e lo spirito.
Due. Gli spazi pubblici sono a disposizione di coloro che ne fanno uso a vantaggio della collettività. Non si può negare che Dolce & Gabbana sia una grande impresa che impiega centinaia e centinaia di lavoratori; che rappresenti - insieme con altre griffe del settore moda - il meglio del made in Italy; che costituisca un punto di forza dell'economia nazionale e sia quindi meritevole di essere incoraggiata e non avvilita con divieti assurdi dettati da pregiudizio ideologico.
Tre. I padroni in teoria possono avere commesso delle scorrettezze o addirittura dei reati, ma il loro marchio rimane importante per ragioni sociali e di mercato, per cui non va mortificato; al contrario, va tutelato e aiutato a mantenere le posizioni di prestigio acquisite allo scopo di garantire ai dipendenti e all'Italia introiti vitali.
Quattro. Se i due creatori di moda hanno sbagliato, pagheranno di tasca loro. Ma a stabilire se hanno torto sarà la magistratura al termine dell'iter giudiziario e non un assessore chiacchierino. In ogni caso, non deve andarci di mezzo l'azienda che è sì patrimonio privato, ma svolge funzioni che vanno ben oltre l'interesse della proprietà, estendendosi a quello di tutti coloro che vi prestano opera.
Cinque. Franco D'Alfonso, dopo avere espresso l'intenzione di inibire a Dolce & Gabbana l'occupazione di spazi pubblici per manifestazioni legate all'attività dell'impresa, ha tentato di fare macchina indietro, affermando di avere parlato a titolo personale. Giustificazione debole. Un assessore è tale anche quando dorme, figuriamoci quando si lascia andare a considerazioni inopportune e dannose per la reputazione dell'amministrazione di cui è fra i responsabili. Qui non si tratta di scusarsi bensì di cambiare rotta e di affrettarsi a offrire al marchio ciò che gli è stato ingiustamente negato.
Sei. Un modo per rimediare alla gaffe c'è: intervenga il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, per sconfessare il proprio collaboratore. Non pretendiamo che egli lo costringa a dimettersi; però lo convinca a non aggravare la situazione aggiungendo sciocchezze a sciocchezze. Il sindaco poi si ricordi che indennizzare i rom, anziché punirli perché hanno costruito case abusive, non è una bella cosa. A meno che il primo cittadino non ci voglia persuadere che l'abusivismo rappresenta una virtù, mentre l'elusione fiscale (ammesso sia provata) è un peccato mortale.
Vittorio Feltri

Related Posts with Thumbnails

pages

*new* this is the blog of www.miamilan.com

*new* this is the blog of www.miamilan.com
do not use Explorer

donate to keep free this blog

..... arts->football->art->food->art->fashion->football->music->art... slideshow I made with Oasis piano music of Live forever:
the 1st city of fashion in the world, the most famous painting in the world, the most famous theatre in the world, the best food in the world, the 1st team in football history, Milan is magic

Milano shop

Milano shop
click to enter
Custom Search

Labels

addresses (80) arts (1478) competitions (376) fashion (2251) food (676) history (992) jobs (100) models (773) music (2741) news (1515) nightlife (1618) sports (2290) theatre-cinema (880) trips (553)

search this blog